ESTENSIONE AGEVOLAZIONI FISCALI PER LE IMPRESE CHE DONANO AL NON PROFIT
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi venerdì 28 febbraio a Palazzo Chigi, ha adottato nuove misure in materia di sostegno socio-economico connesso all’emergenza Coronavirus. Fra queste emerge, in particolare, l’estensione dell’ambito applicativo delle agevolazioni fiscali di cui alla Legge 166 del 2016. Secondo tale disposizione, vengono ampliate le categorie di beni donabili agli enti senza scopo di lucro e alle ONLUS da parte delle imprese che possono beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dall’art. 16 della predetta legge. Nello specifico, il regime fiscale precedentemente riservato alle sole donazioni di alimenti, è stato esteso anche alle donazioni di altre merci quali prodotti tessili, di arredamento, dei materiali per l’edilizia e degli elettrodomestici. Tali donazioni, come disciplinato dall’ articolo 31 del Decreto Legge n. 9 del 2020, possono dunque usufruire della non imponibilità a fini IVA e imposte sui redditi. La norma, attuata al fine di incentivare lo sviluppo dell’economia circolare e promuovere la solidarietà sociale, rientra fra le “Misure in favore dei soggetti che risentono delle conseguenze, anche indirette, dell’emergenza sanitaria”.
INCONTRO TRA IL MINISTRO SPADAFORA E LA MAGGIORANZA PER LA RIFORMA DELLO SPORT
In data 2 marzo, a Palazzo Chigi, si è tenuta una riunione alla presenza del Ministro dello sport e del servizio civile universale, Vincenzo Spadafora. In tale occasione, il Ministro ha potuto illustrare il primo impianto della riforma dello sport alle delegazioni parlamentari di maggioranza, ed ha anche affermato l’intenzione di un prossimo incontro con le forze di opposizione e i protagonisti del mondo sportivo. Nello stesso giorno, inoltre, il Ministro ha firmato la nomina di Vito Cozzoli a Presidente di Sport e Salute.
IL MANCATO PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO SULLE ATTIVITA’ DIVERSE DEL TERZO SETTORE
Il 29 gennaio 2020 il Consiglio di Stato ha sospeso il parere interlocutorio richiestogli in merito allo schema di decreto che concerne l’individuazione di criteri e limiti delle attività diverse, disciplinate dall’articolo 6 del Codice del Terzo Settore. La sospensione è stata motivata dalla necessità di attendere l’autorizzazione della Commissione europea per le disposizioni fiscali del codice del Terzo settore. Tale autorizzazione, a quasi 3 anni di distanza dall’approvazione del Codice e a pochi mesi dall’operatività del Registro unico nazionale, sembrerebbe non essere stata ancora richiesta. I motivi della mancata richiesta risultano essere i troppi dubbi che ancora interessano l’intero impianto della Riforma e che ancora aspettano di essere chiariti.