Nell’emergenza data dal Coronavirus ci stiamo dimenticando che continuano a scorrere, inesorabili, i dodici mesi che la legge 86 dello scorso agosto aveva dato come termine per la pubblicazione dei decreti delegati di Riforma dello Sport. Più volte, il Ministro aveva annunciato nelle scorse settimane la diffusione delle prime bozze su cui aprire una discussione con i stakeholders interessati. Bozze di cui, ad oggi, a meno di cinque mesi dalla scadenza del termine, non c’è traccia. La crisi legata alla situazione attuale, la spasmodica attesa del decreto che dovrebbe dire agli sportivi come e quando richiedere il bonus dei 600 euro, ha fatto passare in secondo piano l’attesa dei decreti delegati. Ma, a questo punto, la chiarezza deve prevalere.
Le Associazioni e Società sportive dilettantistiche devono sapere se la stagione 2020/2021 che viene programmata proprio in queste settimane, tenga solo la necessità di risolvere la crisi economica derivata dalla pandemia oppure potranno entrare in vigore anche altre diverse norme, in particolare quelle relative alla disciplina sui compensi per le attività sportive dilettantistiche, che potrebbero essere anche più onerose.
Quali saranno le regole giuridico-fiscali dello sport italiano nello sport italiano nel prossimo anno sportivo? Le stesse oggi in vigore o ce ne saranno di nuove?
Ma, parlando di regole nuove, c’è un altro aspetto che vorrei sottolineare. Quale futuro potranno avere le regole sull’associazionismo? Mi spiego. Il rilievo maggiore fino ad oggi emerso in sede di verifica fiscale alle ASD è sempre stato la carenza di vita associativa. Poche persone alle assemblee, poche riunioni in genere degli organi sociali. Ebbene, se già così era la situazione ad oggi, come lo sarà domani dopo le raccomandazioni sul distanziamento sociale? Quanta gente sarà interessata a partecipare ad assemblee sociali in videoconferenza? Quanti avranno i mezzi e le capacità per farle? Come garantirne le votazioni? Mi chiedo, quindi, quale futuro per gli organi delle ASD?
Ci sarà ancora un futuro come tipologia di contenitore nel post Coronavirus alle ASD per come le ha disegnate il Legislatore del Codice Civile del ’42? Ossia assemblee sociali con organi sovrano e direttivi operativi, già non era così oggi, possiamo pensare che lo sia domani?
E infine, guardiamo alla realtà, in quasi tutti gli sport appare possibile garantire il metro di distanza tra le persone con cui ci stiamo abituando a convivere. Pertanto, e perlomeno fino a quando il timore di una ripresa dell’epidemia non sia definitivamente fugato, come potremo garantire una ripresa dell’attività negli sport di contatto?
Un ulteriore aspetto: ormai la lezione di molte attività sportive si è trasferita sul web. Le quote versate dall’iscritto per lezioni online potranno godere delle agevolazioni fiscali come quelle pagate in palestra? Mi piacerebbe iniziare a confrontarmi anche su questo.
Infine, il Terzo Settore. Per colpa – o grazie – al Coronavirus, il Decreto che disciplina l’iscrizione al RUNTS dalla cui approvazione dovrebbero scattare i sei mesi per l’operatività del Registro, continua a latitare. Si fa sempre più realistica l’ipotesi che anche nel 2021 vivremo il quarto anno di periodo transitorio verso la piena vigenza di questa Riforma. Forse, chiedersi perché sarebbe opportuno.