A seguito dell’intesa sancita nell’ultima seduta della Conferenza unificata del 25 marzo 2021 e con il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 72 del 31 marzo 2021, sono state adottate le linee guida sul rapporto tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo settore, disciplinato negli articoli 55-57 del decreto legislativo n. 117 del 2017 (Codice del Terzo settore).
Queste linee guida cercano di fornire un valido supporto alle pubbliche amministrazioni, le quali saranno chiamate a dare una concreta applicazione alle norme del codice dedicate agli Enti del Terzo Settore.
In questo modo, agli “enti del Terzo settore, al fine di rendere più efficace l’azione amministrativa nei settori di interesse generale definiti dal Codice, è riconosciuta una specifica attitudine a partecipare insieme ai soggetti pubblici alla realizzazione dell’interesse generale”.
Nel rapporto con la P.A., gli enti del Terzo settore sono infatti qualificati “come un insieme limitato di soggetti giuridici dotati di caratteri specifici” (art. 4 del Codice), rivolti a “perseguire il bene comune” (art. 1), a svolgere “attività di interesse generale” (art. 5), senza perseguire finalità lucrative soggettive (art. 8), sottoposti a un sistema pubblicistico di registrazione (art. 11) e a rigorosi controlli (articoli da 90 a 97).
In coerenza con la recente giurisprudenza della Corte Costituzionale, potranno quindi realizzarsi servizi ed interventi diretti ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, secondo un approccio che, anziché essere basato sulla logica del profitto, è incentrato sulla convergenza tra pubblica amministrazione e terzo settore verso obiettivi e attività condivise, sostenute dalla messa a disposizione di risorse pubbliche e private.